mercoledì 22 maggio 2013
Edizioni limitate, economiche, dinamiche di mercato e dati di vendita
La crisi aguzza l'ingegno.
O, meglio, obbliga a trovare soluzioni alternative.
In un mondo, come quello del fumetto, fermo e disastrato, sottoinsieme di un paese di vecchi (ed ugualmente vicino al baratro, a livello sociale ed economico), qualsiasi cosa venga "dall'alto" è benvenuta, mentre qualsiasi "novità" è l'uovo di Colombo.
E qui si scoprono, spesso, tendenze opposte.
La scorsa estate, Alastor, braccio armato di Lion Comics, annunciò l'edizione storica di Watchmen, cui sarebbe seguita quella in albetti del progetto Before Watchmen. Caratteristica principale delle pubblicazioni, al di là dell'edizione "economica" (2,50 euro ad albo, ma per una singola storia: quindi ad essere economico è l'albetto, non la serie nel suo complesso), era quella della tiratura limitata al primo ordine. Ne parla bene qui l'amico Max: i singoli albi non sarebbero stati riordinabili una volta prenotati, il che sarebbe stata una piccola rivoluzione se non fosse stato che, come tutte le "rivoluzioni italiane", rimase lettera morta.
Mentre, infatti, Mega, catalogo di Alastor, presentava (e presenta ancora oggi!) ogni mese ogni singolo numero delle varie serie come con "tiratura limitata al primo ordine!", di fatto è sempre stato possibile richiedere gli arretrati.
Si badi bene: non discuto il cambio di regime - anche se qualcosa avrà da ridire, come sempre, chi ha investito nel progetto a fronte di chi non ci ha creduto, ordinandone poche copie almeno inizialmente... ma si sa: il "sistema", da sempre, aiuta di più il figliol prodigo piuttosto che quello "fedele" - che è prerogativa dell'editore, il quale può scegliere come, dove e quando pubblicare quello che vuole. La discussione è su un altro punto: perché non annunciare questo cambio di tiratura?
Viste le serie spillate che Lion, finito il progetto Before Watchmen, sta continuando a sfornare, evidentemente il progetto è stato un successo...
Sarebbe interessante, invece, sapere il perché del suddetto cambio di regime, da "limitato" a riordinabile (ne parlammo qui)...
Al contempo, Panini, da un paio di anni, sta invadendo edicole e fumetterie con albi economici.
Alle classiche testate "ombrello" (Marvel Mix, Marvel Mega, Marvel Miniserie, tanto per capirci) esistenti da oltre dieci anni, si sono affiancate le nuove Marvel Universe, Marvel Icon, Marvel Best Seller, Marvel Special, oltre a Panini Ninja, Panini Action, Panini Fantasy e chi più ne ha più ne metta. Nel contempo, solo pensando all'ambito Marvel, negli ultimi tre anni hanno debuttato svariate nuove serie regolari (per "nuove" intendo che non sostituivano nessuna esistente in precedenza, come invece è accaduto per le serie Ultimate): Capitan America, Deadpool, Wolverine & Gli X-Men, Devil & I Cavalieri Marvel, ed altre verranno lanciate con il Marvel Now (Incredibili Avengers, I Guardiani della Galassia e I Nuovissimi X-Men). Insomma: a fronte di una produzione libraria che non diminuisce, ma si diversifica (meno 100%, chiude di fatto For Fans Only, ma tanti Marvel Gold, Omnibus, Graphic Novel e qualche Masterworks, oltre a "integrali" dell'X-Force di Milligan e degli X-Men: Gli Anni Perduti di Byrne), si può dire che, forse anche per effetto dell'ampliamento di mercato creato da Planeta De Agostini quando aveva i diritti DC, la produzione mensile di Panini Comics è più che raddoppiata negli ultimi anni.
A differenza di Lion, Panini punta più sul "low cost", e quindi sulla distribuzione in edicola.
Politiche di segno opposto.
E' possibile che entrambe possano pagare?
Probabilmente non lo sapremo mai, perché i dati di vendita continuano a restare un mistero.
A fine 2011, scrivemmo un post in tema, e Fumetto D'Autore ha un paio di mesi fa ripreso il discorso, citando, si, le fonti di provenienza, ma con con dati comunque parziali.
Quindi, qualche settimana dopo c'è stato l'intervento (riportato da Manga Forever) su un forum di Roberto Recchioni. Recentemente, per finire, ci è tornato il blog (l'ottimo blog!) del Dr. Manhattan (QUI), che ha citato i dati USA e, purtroppo, gli imprecisi ed "infondati" dati italiani.
Si negli USA quei dati sono noti.
Da noi, purtroppo, si continua a vivere tra omertà, imprecisioni ed ipse dixit...
Mi sono sempre chiesto perche' i dati di vendita in Italia siano trattati come uno dei Segreti di Fatima. Timore di esporsi a operazioni concorrenziali? Inoltre, e' forse una pratica concordata tra tutti gli editori, o gli editori piu' recenti si sono adattati a politiche introdotte da case editrici piu' risalenti (prima tra tutte Bonelli). Che ne pensi, Francesco?
RispondiEliminaDomando dall'alto della mia vantata stupidità:
Eliminaperchè non iniziano le fumetterie a pubblicare i dati del proprio venduto ?
Almeno la top 20 o 50 o meglio 100, se proprio non si riuscisse a farlo su tutto.
Poi qualche volontario prende i dati li somma e stila cassifiche cumulative.
Non ci daranno i numeri del venduto (a meno di non avere quasi tutte le fmetterie) ma quantomeno forniranno classifiche attendibili e potrebbero spingere gli editori a compiere il fatidico passo.
Noi lettori ve ne saremmo grati.
Sul Mega questa cosa dei Top 10 o 50 la fanno già da un pò. Bisogna però vedere se è tutto veritiero. Stranamente, al primo posto, c'è sempre qualche albo della Lion.
Elimina@gianluca: credo che sia una pratica consolidata, poi mano a mano gli editori si sono accodati... Tutto qui.
RispondiEliminaFermo restando che i dati bonelli si trovano, online...
tutti gli altri: una top ten NON SONO DATI DI VENDITA! Alastor la fa - però leggete, perché c'è scritto!! - sui propri esclusivisti, ovvero LION in cima, è ovvio. Così Panini la fa per i propri albi.
A fare una top ten non ci vuole nulla, io spesso l'ho fatta, altri negozi le pubblicano.
Ma non è la stessa cosa dei dati di vendita, no?
E non possono farlo le fumetterie... quante parteciperebbero? Poi... perché fare quello che è un lavoraccio quando sono dati a disposizione degli editori e dei distributori?
Ma tua moglie non ti dice nulla che ad ogni foto sei abbarbicato ad una bella cosplayer?
RispondiEliminaSinceramente io in tanti anni ho imparato a diffidare sui dati di vendita divulgati ufficialmente o ufficiosamente dagli editori italiani, siamo provinciali anche in quello.
RispondiEliminaciao pino!
RispondiEliminasi, con mia moglie notiamo sempre come, nelle foto, c'è uno che mi assomiglia tantissimo, appiccicato a donne cosplayerose :))
concordo con te: i dati, o hanno fonti CERTE ed UFFICIALI o sono chiacchiere...