sabato 31 dicembre 2011
Quelli che il 2011...
Si cominciano a leggere in giro giudizi sui "contenuti" di questo 2011 che sta finendo.
Voti, commenti, Oscar.
Ma l'anno si avvia velocemente alla fine, e mi piacerebbe concluderlo facendo una lista di chi o cosa lascerei in questi ultimi dodici mesi, un po' come gli oggetti vecchi che i nostri nonni buttavano, allo scoccare della mezzanotte, dalla finestra...
Siccome, però, è periodo di buonismo, non voglio fare nomi... li lascerò al vostro intuito...
Ieri parlavo con un cliente, che mi diceva, in soldoni: se ordino un cofanetto di arretrati di un celebre personaggio in calzamaglia nera, diciamo -per non fare nomi- un certo monarca di un sentimento che è sinonimo di paura, l'editore mi garantisce l'evasione di quanto richiesto in 45 giorni, e se li prendo da te, ci mettono due anni ad arrivare?
Ad occhio e croce, tra l'altro, mi sembra che gli anni siano stati tre.
E... non sono "anni" in senso metaforico, ma "raccolte complete" di 365 giorni...
Iniziamo, quindi, col lasciare nel 2011 gli editori che non sanno fare il proprio lavoro...
Come anche quelli che hanno cambiato da poco nome, assumendone uno legato ad un metallo prezioso: oltre che gli arretrati, quelli fanno arrivare anche le novità con un discreto ritardo, rispetto all'edicola!
E che dire di quell'editore, che ha il nome della nazione della quale non pubblica nulla?
Ha prima abbandonato la distribuzione, provando a farlo da solo, ed ora sembra che voglia tornare sui propri passi.
Vedremo...
Continuiamo con gli editori che portano a Lucca valanghe di novità, e magari vengono osannati per il catalogo e la politica aggressiva, oltre che per la più bella edizione di un magnifico volume (il cui nome è uguale alla prima metà del maggior editore italiano, mozzato a metà)!
Se pensassero pure a far fare ai loro autori i tour che promettono, senza aspettare anni...
E lasciamo nel 2011 pure i distributori che, come abbiamo più e più volte detto, hanno ignorato il Natale, mettendo qualche offerta o promozione, o semplice riferimento, nei cataloghi di dicembre, i cui ordini si fanno in questi giorni (ben dopo del passaggio di Babbo Natale).
Un responsabile del commerciale no, eh?
Me la sarò presa soprattutto con gli editori, ma ho da poco finito di leggere (dopo una vita spesa per trovarlo tutto) Transmetropolitan, che è un cazzo di fumetto (non un "bel" fumetto o un "fumetto del cazzo, che significa altro), sul quale conosciuto Mitchell Royce.
Chi non l'avesse letto, sappia che è nell'olimpo dei capolavori assoluti, come Preacher o Sandman, a mio modesto giudizio, e che è necessario recuperarlo e assaporarlo: casualmente, la RW/Lion sta per ristamparlo, a dieci anni dalla prima (ed unica) edizione.
Dunque, il tizio di cui parlo qui sopra è l'editore del protagonista.
Sul numero 51 della serie originale ("Un editore tosto"), il giornalista Spider Jerusalem (il protagonista, appunto) è in difficoltà estrema, si trova in una situazione senza via d'uscita. Interviene, come un Deus Ex Machina il suo editore, il Mitchell Royce di cui vi parlavo, che gli toglie le castagne dal fuoco, dicendo: "Tu raccogli le prove e scrivi le storie. Questo è quello che fai. E' il tuo lavoro.
Io sono un editore. Questo significa che io faccio tutto il resto.
(...) E sai perché? Perché tu sai solo scrivere, e io ho dovuto imparare a fare tutto il resto."
Parole sante.
Mah, forse includere Trametropolitan nei capolavori imprescindibili è tanta roba. M'è piaciuto tanto ma Preacher e Sandman sono altra roba...
RispondiEliminaA proposito di Ennis, se non l'hai fatto, prova Le Cronache Di Wormwood, questo per me è il Preacher del nuovo millenio. Non leggevo Garth Ennis così dai tempi del suo capolavoro (intendiamoci, The Boys per me è un esercizietto di retorica).
http://dicadiospa.blogspot.com/2011/11/tomo-trentanove-blast-from-past-vital.html
http://dicadiospa.blogspot.com/2011/12/takio-e-wormwood.html
Non si può non includere transmetropolitan.
RispondiEliminaWormwood è ottimo, ma non è al livello di preacher...
The boys è diverso.