giovedì 24 novembre 2011
In edicola, il ritorno di Giorgio
Esco di casa, stamattina, pensando ai prossimi aggiornamenti del blog.
C'è da far partire l'Antani Comics Story, una rubrica a puntate.
Ci sono diverse interviste interessanti (Pasquale Saviano, Max Brighel, Mauro Paganelli) da pubblicare. Una decina di post incompleti, qualche vecchio articolo da recuperare ed aggiornare.
Poi passo davanti all'edicola di Giorgio.
Giorgio era l'edicolante di fiducia del mio quartiere. Andavo a piedi, a scuola, durante gli anni delle superiori, passando sempre davanti al suo chiosco, in via Trieste. Ogni mattina spulciavo le novità sia all'andata che al ritorno, casomai ci fosse qualcosa che aveva sistemato in ritardo. Ricordo gli speciali Star Comics dell'Uomo Ragno a diecimila lire, ricordo i tanti Bonelli, l'arrivo della Marvel Italia, le schifezze dell'Ultraverse, l'Image, i primi manga.
Quando passavo lì, correndo, nel percorso che facevo e faccio ancora, lo salutavo sempre, anche se negli ultimi anni, complice il fatto che ho una fumetteria, in quell'edicola ci passavo sempre meno. Ricordo le chiacchiere con l'uomo: timido e riservato, gentilissimo e preciso, di quelli che sapevano trovarti le cose subito. Un piccolo imprenditore, un negoziante d'altri tempi, di quelli che, prima o poi, spariranno, inghiottiti dalla grande distribuzione, dal poter avere tutto (che poi non è "tutto") al supermercato, magari pagandolo meno.
Giorgio non ha retto alla scomparsa del fratello, avvenuta alcune settimane prima. Erano soli al mondo. L'hanno trovato morto in casa sua, una mattina di un anno e mezzo fa: il dolore l'ha schiacciato, portandolo a dire addio alla vita. Ungaretti aveva scritto per qualcuno come lui che non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono.
Lasciai un fiore davanti alla saracinesca abbassata -all'epoca pensavo- per sempre.
Stamattina l'edicola era aperta: se fossimo in un fumetto di serie B, Giorgio sarebbe tornato in vita con qualche escamotage, ed avrebbe ricominciato la sua attività, magari di qualche anno più giovane e con un "costume nuovo". Ma siamo nel mondo reale, ed evidentemente qualcuno l'ha comprata.
Talvolta, solo talvolta, la vita è davvero fastidiosa, nel suo volere per forza andare avanti.
L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.
Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
Nessun commento:
Posta un commento