Per una volta, e chissà che non diventi un abitudine, affitto questo spazio all'amico tetsuyatsurugi, che ci parla di distribuzione ed affini, ma da un altro punto di vista.
Fateci sapere cosa ne pensate! Buona lettura.
Leggo dell'acquisizione Panini della Disney in Italia (ovvero si sarebbero comprati i diritti per pubblicare Topolino e tutte le testate annesse che gli pare), della ristampa di Ken il Guerriero che, una settimana prima dell’uscita, con un mese di ritardo rispetto agli annunci precedenti (tipo Anteprima di Febbraio!), si scopre sarà settimanale (ma sono matti!?!), allegato però al Corriere dello Sport e Tuttosport (ah beh, allora è tutto nella norma).
Poi mi piglia il coccolone leggendo Anteprima 262 di Giugno, con le 7-8 (9-10, 20.000??), copertine per l’Uomo Ragno 600 con tanto di cofanetto raccoglitore per tutte le cover (là dove la variant incontra il cofanetto! E nulla sarà più come prima!!!), e dove apprendo si sono acchiappati pure la resuscitata Valiant con gli-eroi-più-migliori-di-sempre-del-momento (io non me n’ero mai accorto, ai tempi della Play fu un mezzo successone, per quello finì nel giro di due anni).
Leggo anche delle classifiche di vendita dei fumetti in America (posso dire catastrof…ehm, merdeggianti?), con cifre che fatte le debite proporzioni, là sono ormai più di 300 milioni di abitanti, qui siamo sui 60, farebbero veramente ridere anche da noi per gran parte delle collane Marvel e DC, cosa che peraltro le edizioni italiche replicano quasi perfettamente (a leggere molte delle cifre sul venduto dei fumetti in Italia, tutt’altro che lusinghiere).
Vedo poi le varie cappelle che si fa la Lion e le sue cervellotiche iniziative editoriali (spesso a livello comunicativo dei boomerang), un po’ per stare al passo con un mostro che diventa sempre più grande come la panini, un po’ mettendoci del suo e quindi la cazzata è dietro l’angolo, come le ultime millemila variant (da luglio a dicembre!) per la nuova storyline di Batman col ritorno del Joker (la MDFR - MottaFukkaPakkVariantFess), segni ormai evidenti del vero e proprio caos generato da un quantitativo di uscite mensili ENORME da parte di entrambe le nostre big dedite ai supereroi, così come quelle dedite ai manga che semmai, è pure peggio (ma senza bisogno di tutte queste variant e cofanetti!).
Mi capita poi di leggere nei primi mesi dell’anno una storia di Tex eccezionale, seppur breve, sull’Almanacco del West (by Boselli, chi altri?!), e sul mensile quelle di faraci (il minuscolo non è casuale) e del rientrante (pare per l’ULTIMA volta, per fortuna!), Nizzi (argghh!), dove Tex è all’opposto pedante e spiegone e i delinquenti, molto verosimilmente, parlano con un lessico e una ricchezza di vocabolario degna di un laureato; in più nel secondo caso è accompagnato da un vecchio un po’ rimbecillito che pur impegnandosi non ne imbrocca una, storie buone solo per i pensionati, e leggo anche che però rilanciano Dylan Dog, perché quello che perde più lettori è lui (meglio tardi che mai!), Tex lo cureranno tra qualche migliaio di lettori allontanati a forza da storie sempre più indigeste e bollite (forse), mentre invece pensano che tenga nonostante la crisi (che semmai è colpa sua se qualche lettore naufraga lontano).
E parla di questo e parla di quello col buon Francesco, e leggi di questo e leggi di quest’altro un giorno e poi l’altro, alla fine qualche considerazione per forza sgorga spontanea…
Ma che c’azzeccano tutte queste cose messe assieme (apparentemente) alla rinfusa?
Tutto e niente, ma te lo spiego saltando di palo in frasca, ovvero alla cazzo, e magari pure a puntate, come le uscite in edicola e fumetteria che ogni mese invadono il nostro bel paese!
Francesco ci illumina su un sacco di aspetti oscuri riguardanti il mestiere del fumettivendolo, ma oggi esiste un mestiere se possibile pure peggiore, ovvero quello del lettore/appassionato di fumetti,
PIRLA per gli amici, in quanto oltre a necessitare di almeno 16/18 ore al giorno di applicazione costante (7 giorni su 7), ferie comprese (per non parlare della mole di "lavoro" da portare a casa), per star dietro a tutto quello che esce (ovvero anche solo scremare ciò che gli interessa dal resto), il lettore non viene pagato, ma è lui a pagare per avere il peggior servizio dell'Universo (Marvel & DC e pure oltre), oltre che a intasarsi ogni anfratto abitativo con le più assurde iniziative editoriali di sempre, cumuli di cartaccia che si moltiplicano peggio dei Gremlins, una palude di sabbie mobili in cui non solo ci si tuffa alla grande ma dalla quale tirando fuori la testa di quando in quando dice pure - "Oh, come sono contento!" -.
Nessuno lo obbliga, se non evidentemente la sua “patologica passione”, anzi le case editrici, con una moltiplicazione delle testate che al confronto quella dei pani e dei pesci era un simpatico scherzo e con una gestione ormai schizofrenica, folle e senza quasi più senso delle uscite, sembrano ostacolare in tutti i modi possibili la fruizione del medium fumetto (a furia proprio di cercare di venderlo in maniera sempre più selvaggia e incontrollata); ormai il fumetto si acquista per osmosi, con una produzione così tracimante che solo passando vicino a una fumetteria ti ritrovi con un sacchetto di albi e volumi in mano, senza sapere bene perché (li “acquisti” a tua insaputa, come va molto di moda oggidì), mentre contemporaneamente dal portafoglio son spariti dei soldi (forse un furto, a tua insaputa anche quello?).
Ovviamente qualche casa editrice lo fa meglio (cioè peggio), delle altre, però poi le metti tutte in fila e il quadro che vedi è aGgHiaCCianTe (per dirla alla Antonio Conte fatto da Crozza).
Chiaramente il vero problema è che, a dispetto di tutto ciò, per l'appassionato di fumetti (il suddetto "pirla"), è più forte di lui, continua a comprarli lo stesso, ormai accecato da tanta opulente offerta, pescando nel mucchio senza più criterio alcuno, senza più regole, senza più sconti o tessere o commessi stronzi e incapaci che tengano.
Domani entreremo in fumetteria e su apposite bilance compreremo i fumetti un tanto al chilo, ormai incuranti dei contenuti, si andrà a scegliere la roba a muzzo (a pene di segugio), distinguendo a malapena genere e/o provenienza (forse verrà ricordato qualche nome del tal personaggio piuttosto del tal altro).
“Mi dà due etti di Capitan America?”.
“Sono 10 Euro”.
“Ma come mai così caro?”.
“Ci sono 3 chili di Capitan Marvel in omaggio!”.
“Ma io non li voglio! Lasci perdere e mi dia 2 chili di manga, ma senza sovracopertina, che son tempi di crisi”.
“Le aggiungo un chiletto di roba Disney? Mi è arrivata oggi fresca fresca, novità dell’anno!”.
“Sor Francè, lei al solito mi tenta, ma no grazie, i latticini mi fanno venire l’aria nella pancia”.
(in realtà è cagarella)
“Allora le metto un Avengers con l’apribottiglia in omaggio, che non guasta”.
“No grazie, lo champagne lo stappo con la sciabola!”.
Poi, le fumetterie più frequentate e con più merce, consentiranno ai clienti di servirsi da soli, con appositi guantini (per motivi igienici prima di toccare un fumetto mettetevi gli appositi guanti trasparenti usa e getta cazzo!) e le buste/sacchetto dove mettere gli albi.
E non fate i furbi quando digitate i tasti sulla bilancia, lo stesso eroe in volume o in omnibus non costa come quando è solo sull’albo spillato!
Siamo alla bulimia editoriale, come ho letto tempo fa proprio in rete, da un lato case editrici che rigurgitano fuori un'offerta caotica e mastodontica, un cannone dalla bocca gigantesca che sembra un’eruzione vulcanica; dall’altra, lettori che (pare) riescono a ingurgitarsi (di) tutto, ma in un numero che sembra pericolosamente vicino al limite della capienza consentita, un bacino in erosione costante (probabilmente da anni), eppure l’offerta si adegua aumentando (!).
Inoltre, in questo perverso meccanismo cose come reclami, consigli, pareri sfavorevoli, lamentele (talvolta anche legittime!), sono parole che semplicemente il marketing ha cancellato per sempre, mentre problemi come edizioni “difformi” (e talvolta pure MOLTO “difformi”), da quanto annunciato alla cazzo in precedenza urbi et orbi su siti e cataloghi, che forse andrebbero pure ritirate e/o ristampate in taluni casi, per non parlare del reso, di cui si discute spesso da queste parti, sono aspetti evitati come la peste (chissà perché).
Purtroppo il marketing non è fare i prodotti a regola d’arte, è convincerti che lo sono, incartandoli bene al di fuori, spesso sorvolando (anche di molto) sul dentro (che stiamo a guardare il capello! Sarai mica un nerd!).
Ok, per fortuna non è proprio così per tutti, cioè, ovvio che tutti vogliano vendere, solo, alcuni si danno da fare anche per curare veramente il prodotto finito (e magari per millemila motivi, tutti legittimi, alla fine non sempre ci riescono, ma mi piace la passione messa nel curarli, che se c’è, si vede, poi se ci metti vent’anni per fare uscire un volume come si deve, allora cambia mestiere), altri piuttosto preferiscono puntare più sull’annuncio; “un fantastico capolavoro cartonato con bandelle a colori rifatti strafigo”, che poi la sovracoperta balli, i colori siano sbiaditi o sfocati, gli impianti di stampa non tutti all’altezza, la rilegatura sia venuta fuori storta, la carta inadatta, le traduzioni non proprio impeccabili ecc., e poi non sia manco sto capolavoro, sono appunto “dettagli” trascurabili che non devono distogliere dalla VERITA’ ULTIMA, UNICA e INCONTROVERTIBILE, che è l’edizione de-luxe definitiva (almeno fino alla prossima), perché così è scritto nell’annuncio e nei disclaimer pubblicitari.
Com’è che a tutti è venuta in mente la Panini?
Siete proprio in malafede, io parlavo in generale ^_^!
Al lettore non rimane che comprare fino allo sfinimento, poi senza sapere bene perché, raggiunto l’apice (o il fondo, a seconda dei punti di vista), tagliare in maniera feroce, magari anche qui alla cazzo (i tagli “lineari” alla Tremonti!), magari con un timido barlume di ragionamento dietro, per quel poco di capacità cognitiva che gli è rimasta, magari con un post su un forum con cui si minacciano chissà che rinunce.
Tipo che “leggo Alan Ford dal primo numero, ma ora, dopo oltre 500 albi, lo mollo, non lo sopporto più da almeno 400 (!) numeri”.
Genio!
“Io invece ho smesso col 300, ma dopo Magnus (col 75), non mi diceva più nulla”.
Altro genio!
“Ormai leggo Dylan Dog solo per abitudine, però dai, quelle due/tre storie l’anno (su quante, 20? 30?), si salvano (ormai la media è quella)!”.
“Io leggo Devil e i Cavalieri Marvel solo per il titolare, il Punitore e Ghost mi fan cagare, continuo per altri 100 numeri e poi vedo”.
Bravo, così si fa!
(ok, non sono tutti veri al 100%, ma quasi, ve lo posso garantire!).
E’ curioso, ma alla fine della fiera (verrebbe proprio da dire), molte case editrici annunciano alla cazzo, fanno ordinare, e poi comunque quello che esce esce, e tu sei obbligato (letteralmente, se hai prenotato), a prendere quello che c’è, quello che passa il convento, scegliendo quanto più possibile al buio e alla “
speriamo bene” o alla “
se non ho capito male” (per non dire “
ma che minchia sto comprando?”); gli annunci di volumi e albi spostati, annullati, cambiati, leggermente modificati, aumentati/diminuiti di pagine/prezzo/formato sono all'ordine del giorno, decine ogni mese soprattutto per (inserite due o tre nomi di “certe” case editrici a piacere), le date di uscita saltate (pure quando MAI annunciate), ormai una consuetudine.
Il problema quindi ha radici profonde, ma il povero acquirente che può fare?
Allora se proprio ci tieni, qualche riflessione in merito, ma così, per il lettore che vuole vederci magari un po’ più chiaro, o per sentirsi meno soli pensando a cosa comprare (“
ma cosa sto facendo”, “
ma che cazzo ancora li compro a fare”, “
perché mi faccio fregare in continuazione”), e cosa tagliare (“
no, dai lo leggo dal primo numero, fa schifo ma non riesco a mollarlo”; “
bella edizione, l’ho già in albetti, in ristampa, in volume, questa è pure scomoda, costa un casino, ma non riesco a non pensare di comprarla”), o a che minchia di hobby si siano votati, me la sono anche fatta…ma te le dirò nelle prossime puntate!
Ah, il tutto ovviamente in tono goliardico/provocatorio e anche un po’ cazzone eh…e soprattutto con uscite “aperiodiche”, molto aperiodiche…
tetsuyatsurugi